giovedì 27 marzo 2008

Visita all' impianto di Marozzo

1874: un sacco di tempo fa.

Edison non aveva ancora inventato la lampadina elettrica e per le strade non giravano biciclette, così come le conosciamo oggi, ma velocipedi con una grande ruota anteriore.

Ebbene proprio quell’anno, in Italia, nel piccolo borgo di Marozzo, s’inaugurava un grande impianto idrovoro, azionato da macchine a vapore, per sollevare e scaricare nel Po di Volano le acque provenienti dai 12.500 ettari di terreno bonificato, interamente posto sotto il livello del mare.

Si era prosciugato un grande lago vallivo per avere terra da coltivare.

Lo stabilimento ha lavorato ininterrottamente per 113 anni, consentendo a quelle campagne di ospitare nel tempo case, strade, fabbriche e scuole.

Nel 1986 il vecchio impianto idrovoro di Marozze è andato in pensione, trasformandosi in un museo che conserva al suo interno le antiche pompe, i motori e gli attrezzi che nel lontano passato i bisavoli dei nostri nonni avevano visto funzionare

Cittadini, ragazzi e gruppi di persone curiose vengono oggi a visitarlo, facendo anche una capatina nel nuovo impianto, costruito di fianco, domandandosi cosa sarebbe successo e cosa potrebbe ancora accadere se l’idrovoro si fermasse.

Meglio che non accada … se non sappiamo nuotare.

Barbara Guzzon

giovedì 13 marzo 2008

Un territorio fragile : la BONIFICA nel ferrarese

La distribuzione dell’acqua sul pianeta

Nell’età del Bronzo (3000 anni fa c.a )la linea di costa era localizzata molto più a ovest.

Nel Medioevo il delta del Po migrava a nord; il Po di Volano e il Po di Primaro erano, nel 1065, i principali rami del fiume.

Nel 1559 Ercole II d’Este avviò la Grande Bonificazione, cioè la sistemazione dell’area paludosa tra Copparo, Codigoro e Mesola.

Nel XIX secolo la linea di costa e la penisola del delta avevano raggiunto l’attuale conformazione, mentre sempre più estese erano le valli salmastre.

Al lavoro delle macchine si affianca quello faticoso degli scariolanti che a centinaia contribuiscono alla creazione della rete scolante

Il bacino idrografico del nostro territorio

Il territorio ferrarese rispetto al livello del mare



I PROBLEMI DEL TERRITORIO

1) abbassamento del livello del suolo: SUBSIDENZA


2) RISALITA DEL CUNEO SALINO cioè l’ingresso dell’acqua salata

Cause:

  • Abbassamento di tutto il territorio rispetto al mare
  • Innalzamento del livello del mare
  • Abbassamento degli alvei dei rami del delta per la riduzione dei depositi di sedimenti
  • Fenomeni di secca dei fiumi sempre più frequenti

3)L’URBANIZZAZIONE


sabato 1 marzo 2008

Conoscere il nostro "Habitat"

La Pianura Padana è di origine alluvionale, si è formata infatti per deposizione di detriti di diversa granulometria, trasportati dal fiume Po.
La provincia di Ferrara è completamente pianeggiante, è caratterizzata da una forte presenza d'acqua.
Ha un clima "Continentale di transizione" caratterizzato da una escursione termica di circa 18-20° tra estate ed inverno ed un' umidità media del 60%.
(cliccando sulla cartina sottostante potrete "volare" sopra Ferrara)


Tra gli ambienti naturali di maggiore importanza nel nostro territorio spiccano le Zone Umide o Zone Ramsar (trattato 1971), che per la loro grande varietà di microhabitat consentono la presenza di tantissime forme di vita (elevata Biodiversità)
Sopravvivono ancora alcuni boschi relitti del grande "Bosco Eliceo"

Gli ambienti naturali che si differenziano fortemente dal tipico suolo umido della nostra zona,
sono le dune antichi depositi di sabbia risalenti all'età del bronzo.
Presentano una tipica vegetazione xerofila (di ambienti secchi)

Nelle nostre campagne

Per chi abita in città

Cosa minaccia questi ambienti naturali

Ecco alcune delle zone che dovreste visitare

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